La
strategia del “doppio G4” per ripristinare il G2 euroamericano
Di
Carlo Pelanda (10-11-2009)
Parecchi
lettori hanno chiesto che la rubrica approfondisca lo scenario G3 abbozzato la
settimana scorsa, cioè una strategia che infili la Ue nel G2 sinoamericano,
condizionandolo.
La scelta di
marginalizzare gli europei per fare G2 con la Cina non è una stranezza. Obama lo ha fatto in modi
dilettanteschi, sciogliendo il G8, ma qualsiasi presidente statunitense avrebbe
agito con la medesima logica sostanziale. L’America, infatti, vuole continuare
ad essere impero globale e lo fa adottando un “modello stellare”. Significa
instaurare relazioni bilaterali con tutti senza farsi condizionare da alcuno,
evitando alleanze permanenti e scegliendo in base alle utilità contingenti i rapporti
privilegiati. Ora la relazione più utile per l’America è quella con la
Cina. L’interdipendenza economica la rende
necessaria. Ma, soprattutto, Pechino è l’unica che può aiutare sul serio
l’America a controllare l’AfPak, la
Corea del Nord e a domare l’Iran, cosa che l’Europa non
riesce a fare. Per questo l’America la ha messa in secondo piano. Ma non c’è
amore nel G2 sinoamericano. La burocrazia imperiale di Washington è consapevole che Pechino è un competitore
futuro da controllare. Inoltre, il destino del dollaro non dipende dallo yuan,
ma da accordi con l’euro. Il punto: alla priorità di cicciare con la Cina nel breve termine non
corrisponde un interesse statunitense a rendere permanente quel G2. Anche
perché i cinesi, alla fine, comanderebbero. Quindi l’America ha bisogno degli
europei e del Giappone per avere la scala utile a condizionare, nel futuro, la
Cina. Nel presente Obama è orientato a sbragare
per l’urgenza di ricevere aiuto da Pechino. Ma la burocrazia imperiale,
solidamente americanista sia a sinistra sia a destra, lo sta correggendo, proponendo
ai cinesi una configurazione G4 con Giappone ed Ue, coinvolti in seconda
fascia, anche per evitare che Pechino si pappi il primo e che la seconda
diverga sul serio. Qui c’è la finestra per l’infilo. L’Ue ha poca forza
geopolitica per farsi includere con peso, ma ne ha tanta di monetaria. Ciò fa
pensare ad una strategia del “doppio G4”.
Il primo, permanente, dedicato agli affari monetari fatto da euro-dollaro-yen + yuan come osservatore
invitato (non è ancora convertibile). Il secondo, temporaneo, fatto come G2 politico
sino americano con Giappone ed Ue invitati. Questo, risolte le contingenze, si
indebolirà nel tempo. Il primo, invece, si rafforzerà diventando convergenza
privilegiata tra euro e dollaro, stabile e non contingente, costringendo la Cina al terzo posto e
riportando Tokyo in occidente. Lavoriamoci sopra.
Carlo Pelanda